Pietre angolari

Ordinarie storie di scuola

Rosanna Linetti

«Ma ecco che, inaspettatamente, riaffiora il ricordo di una bambina, suggerito da una fotografia che scivola fuori da un libro; il ritratto di un alunno si materializza, richiamato da un’associazione di parole; l’immagine di una classe spunta su un vecchio cartellone che doveva essere buttato da tempo e invece è ancora lì, arrotolato e schiacciato in fondo all’armadio.
“Scrivi per loro – sussurra allora la voce interiore -, non tanto per quelli che hanno raggiunto buoni risultati, ma per quelli in difficoltà, per riaffermare che la scuola è di tutti ed è sempre possibile insegnare a tutti, soprattutto a quelli che sarebbero pietre scartate e invece sono le pietre angolari sulle quali costruire l’edificio di una educazione piena e autentica”».

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LE RECENSIONI
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  1. (5)

    Rosanna Linetti

    Grazie Rosanna, mi hai regalato storie commoventi di alcuni bambini e di una scuola con la delicatezza e la sensibilità educativa che ti contraddistinguono. Attingere a queste storie, sia per conoscere le “pietre angolari”, come tu hai definito i bambini che, grazie alla loro personalità rompono lo schema rigido del concetto di normalità, mostrando, appunto, “mondi possibili”, sia perché essi costituiscono le fondamenta sulle quali costruire un progetto educativo utile a tutta la classe. Attingere a queste storie, dunque, è imparare a insegnare.
    Carmen Clerici

  2. (5)

    Francesca Savoldi

    Mi sono approcciata a questa lettura da non addetta ai lavori. Tuttavia, con stupore, ho potuto cogliere degli importanti spunti di riflessione per la professione infermieristica.
    Ho potuto riflettere sulle storie di questi ragazzi e trovare delle strategie concrete per far fronte alla pratica clinica quotidiana. Consiglio questo piacevole lettura a chiunque lavori o abbia contatto con ragazzi e bambini speciali. Grazie all’autrice per aver condiviso queste storie raccontandoci una parte della vita di questi ragazzi e soprattutto per gli spunti pratici per far fronte a situazioni complesse.

  3. (5)

    Annalisa Raineri

    Nell’etimologia di MAGISTER è presente l’avverbio latino MAGIS, che significa “più”. In questo senso Rosanna Linetti è MAGISTRA nel vero senso della parola, ma questo suo “più” non sta in una presunta superiorità, ma nel mettersi al servizio degli alunni. Tutti gli alunni. E quelli che mettono più alla prova un insegnante sono gli alunni che hanno bisogni speciali, che mettono alla prova con il loro esserci, urlato a un mondo che ci vorrebbe tutti uniformati verso una presunta normalità. Che questo “più” non sia sinonimo di superbia è reso chiaro subito dal sottotitolo. Le storie che la maestra Rosanna ci propone sono “ordinarie”, alunni che potremmo trovare in ogni classe di ogni scuola, nessun vittimismo del tipo “siamo una piccola scuola con tanti problemi e poche risorse” e nessun atteggiamento alla “Anna dei miracoli”. L’autrice presenta delle storie di bambine e bambini, la sua esperienza, parla del gruppo classe, dei genitori, delle azioni inclusive intraprese perché ogni attore coinvolto potesse esprimere al meglio le sue potenzialità. Certo, a volte il percorso è tortuoso, ma le difficoltà non vanno ad inficiare i progetti particolari e neppure le lezioni ordinarie in cui questi alunni sono soggetti e non oggetti.
    Un libro per tutti, che rifugge i tecnicismi lessicali tipici del “didattichese” per raccontare vere storie di vita, ma offre anche validi spunti per insegnanti di ogni ordine e grado che ogni giorno hanno a che fare con BES più o meno gravi. Gli alunni con bisogni speciali, come si capisce bene da queste pagine, non sono mai un “problema” da affrontare, un peso per la classe, ma un’opportunità per trovare ogni volta insieme nuove, creative strade per l’insegnamento/apprendimento.

  4. (5)

    IMMACOLATA VINCIGUERRA

    La lettura del libro, con un linguaggio ricercato e scorrevole, ti lascia immergere nelle aule e negli episodi raccontati.
    Emerge la passione di chi fa l’insegnante per amore dei bambini, soprattutto dei bambini speciali!!!
    Lo consiglio, soprattutto perché le situazioni vissute portano a riflettere sul proprio operato e, perché no, a fare tesoro delle esperienze vissute dai protagonisti.
    Grazie Maestra Rosanna

  5. (5)

    Bruno Mori

    E’ un libro scritto molto bene e di piacevole lettura. Certo, per uno come me che sguazza tra algoritmi, intelligenza artificiale e spread, alcuni termini non sono di facile comprensione. Ho dovuto ricorrere al vocabolario, ma, alla fine, e non senza fatica, me la sono cavata.
    Traspaiono la passione assoluta di Rosanna per la sua professione ed una straordinaria sensibilità per le vicende umane, soprattutto per gli ultimi, per chi è in difficoltà ed è abbandonato ai margini della storia.
    Racconta di una scuola che funziona, accoglie, si interroga, ragiona e si sforza di essere all’altezza della sua missione educativa. Una scuola che non progetta in modo astratto, ma sviluppa le proprie attività avendo a cuore la formazione e il benessere integrale delle singole individualità.
    Si intravede anche la fatica di dover affrontare problemi sempre nuovi, più complessi, più impegnativi che vengono amplificati da un contesto sociale e culturale spesso avvilente e sicuramente poco incline a rallentare per aspettare chi non ce la fa.
    Mi è piaciuta molto la struttura dei racconti che, oltre alla bellissima presentazione dei singoli alunni, si sforza di indicare un orizzonte, parlare di futuro ed evidenziare il valore del gruppo.
    Il titolo è veramente bello e significativo, “Pietre angolari”: fragilità che diventano muri portanti, debolezze che sorreggono comunità, disabilità che fortificano relazioni. E’ la scuola che apprezzo e nella quale credo fortissimamente. Lo immagino uno spazio vivo, in continuo movimento, che non subisce le pressioni del razzismo e dell’intolleranza, ma guida i cambiamenti che accompagnano la storia.
    Quella descritta da Rosanna è una scuola aperta, che diviene il metronomo della crescita di ogni generazione. E’ il centro pulsante della società, che allarga le braccia e si rimbocca le maniche per dare a tutti, a tutti, una possibilità, un futuro, dignità.

    E’ grazie a professionisti seri ed appassionati come te che questo Paese malandato può sperare di coniugare i suoi bisogni, le sue regole, le sue leggi con l’umanità e il rispetto che si deve ad ogni essere vivente.

    Grazie Rosanna e buon lavoro.