Come il mare di Ravel

La musica, l’autismo e l’arte di un incontro

Prefazione di Carla Sogos

«La paura divide. Sempre. I tuoi silenzi mi riempiono il cuore di dubbi. Ma questo tuo silenzio non è assenza: si intuisce un orizzonte, anche se sconosciuto, una via nascosta e invisibile che torna ogni volta a sorprendermi, una strada dove tutto ti è chiaro e naturale, direi familiare, quasi fosse davvero la musica il tuo alfabeto, la tua personale grammatica, il tuo esclusivo corridoio verso il mondo.
La certezza del giusto mi viene dal tuo impercettibile divertimento. Un sorriso piccolo ma vero o un abbraccio dopo un’esecuzione mi fanno intuire che quel “suono” esiste perché è un suono che cerca, interroga, è un suono disponibile allo scambio.
Allora ho la certezza che il mio lavoro è lì, in quel luogo immaginario dove cerchi un modo per il contatto, dove non c’è una parola d’ordine, un magico comando, ma solo la pazienza di ottenere un movimento dell’anima: quello che semplicemente chiamiamo gioia».

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