Perché non fai niente?

Vivere accanto a una mamma con la malattia di Alzheimer

Antonella Vandelli

La malattia di Alzheimer costringe spesso il «caregiver» (cioè colui o colei che più si prende cura in modo continuativo del malato) a diventare «genitore del proprio genitore»: questa è un’inversione di ruolo non facile da accettare per i figli che assistono i propri genitori affetti da demenza,  soprattutto nei momenti in cui non si è più riconosciuti come figli ma si diventa per il paziente fratelli, sorelle, madre, padre o addirittura persone estranee; sono momenti in cui lo sconforto è forte e la domanda «ma perché tutto questo?» non può più rimanere inespressa. Per questo motivo è fondamentale che i familiari si relazionino frequentemente con il personale sociosanitario che si occupa abitualmente di questi pazienti, ma soprattutto sono importanti gli incontri con parenti o caregiver di altri malati di demenza.
Il libro accompagna il lettore attraverso le varie fasi della malattia e accenna anche all’incontro con le figure umane e professionali che, come gli attori di un film, si alternano al fianco della famiglia, condividendone progetti, speranze, disillusioni e dolore. L’ultimo pensiero, trovato dall’autrice in un foglietto arrotolato nella borsa della mamma, come il premio di una caccia al tesoro, è rivolto a colei che ha fatto del dolore lo scopo della propria vita, Madre Teresa di Calcutta, che, come le protagoniste del libro, ha saputo trasformare la sofferenza in un percorso di amore.

Dalla Presentazione della dott.ssa Stefania Ascari

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