Il valore del tempo nella relazione educativa
Pensieri in azione
Tra le principali tentazioni per i genitori e per chi lavora nei servizi per l’infanzia c’è senz’altro quella di «occupare il tempo» di bambine e bambini, che rischiano di venire sovraccaricati di stimoli. Incontriamo così bambine e bambini continuamente in movimento tra scuola, parco e palestra o centro sportivo… Si direbbe che sia stato bandito il tempo della sospensione, della noia, vista come una condizione «allarmante» che esige l’intervento dell’adulto. Proprio la sollecitudine degli adulti appare sospetta; viene infatti da chiedersi quale ne sia l’origine: l’inquietudine, ci si domanda, è delle bambine e dei bambini o è nostra?
La proposta dell’autrice è di «svuotare», di semplificare il tempo dei nostri figli e delle nostre figlie; questo a partire dai servizi dell’infanzia, che rappresentano un punto di riferimento per le famiglie e hanno perciò la possibilità di avviare con esse un confronto proficuo. L’obiettivo deve essere l’osservazione e la valorizzazione delle azioni spontanee delle bambine e dei bambini. Si tratta non di «riempirne il tempo», bensì di «stare nel loro tempo», consapevoli che «stare nel tempo» può voler dire anche — e forse soprattutto — perderlo. Per ritrovarlo poi, come sempre accade, amplificato.
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Stefania Randazzo –
È un manuale!!! Leggerlo dà il quadro di come si deve affrontare il lavoro educativo ma non solo… la vita in generale!!! Complimenti!!! Chiara ha colto gli aspetti fondamentali, Il “niente” che è “tutto” nel campo educativo ma anche nella vita… il tempo lento che dà la possibilità di “stare” nelle relazioni… di poter osservare ma anche “osservarti” mentre sei sul campo!!! Molto molto interessante!!! Ma non avevo dubbi!!! Complimenti di cuore!!! Grazie Chiara!!!