LE RECENSIONI
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Se ogni apprendimento esperienziale è legato a un’emozione, è ragionevole pensare che ogni emozione genera apprendimento.
L’autrice ha iniziato a scrivere le filastrocche dopo la nascita del figlio Jacopo, all’inizio come gioco di parole fine a se stesso, successivamente per cercare di «tradurre» emozioni, problemi o gioie più o meno grandi che i genitori incontrano nella crescita del proprio bambino (l’amicizia, il dolore, la paura di sbagliare, lo studio, un intervento chirurgico, l’amore per gli animali…). Man mano che Jacopo cresceva, i temi delle filastrocche crescevano con lui.
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