Io e la disprassia
Ciao, mi chiamo Ilaria, sono una ragazza disprassica di 27 anni. Voglio parlarvi un po’ della mia storia nella speranza di poter essere d’aiuto a genitori e a ragazzi e ragazze che di fronte alla diagnosi di disprassia si sentono confusi e spaventati…
La disprassia è un disturbo ancora poco conosciuto, o comunque meno conosciuto rispetto ad altri che si possono presentare in comorbilità quali, ad esempio, i disturbi dell’apprendimento. Ma che cos’è la disprassia? È un disturbo del neurosviluppo in cui l’acquisizione e l’esecuzione di abilità motorie coordinate risultano notevolmente inferiori rispetto a quanto atteso per l’età. La persona disprassica appare «maldestra» e «goffa» nell’esecuzione dei movimenti: fa spesso cadere a terra gli oggetti, inciampa e fatica in alcune attività quotidiane (vestirsi, allacciarsi le scarpe, tagliare il cibo, ecc.).
Ma, è bene sottolineare, può fare tutto. Tutto. Per consentire alle persone con disprassia di vivere al meglio e di avere delle prospettive sempre più ampie davanti a sé, è importante, però, come spiega l’autrice, che vi sia un maggiore riconoscimento a livello sociale di questo disturbo, e che insieme alla conoscenza cresca il livello di integrazione.
«Anche perché le sfide che ci aspettano aumentano di difficoltà a mano a mano che si raggiungono gli obiettivi prefissati!».
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andrea mantovani –
Un libro che racconta in modo molto diretto e personale cosa vuol dire vivere con la disprassia. L’autrice condivide la sua esperienza di come ha imparato a gestire le difficoltà quotidiane. Il tono è autentico e genuino, rendendo facile identificarsi nelle sue parole. È una lettura che apre gli occhi su un disturbo poco conosciuto, ma che offre anche messaggi di speranza e resilienza.