Storie di principesse, capitani e cavalieri

Monica Morello

Dare senso a un disturbo, come la dislessia, corrisponde a un bisogno profondo, libera dalla paura e apre uno spiraglio. Basta un pertugio per far sorgere nell’anima la speranza di poter intravedere la piena luce. Queste storie non sono una risposta confezionata. Sono una proposta. Un esempio di come assumersi un compito. Quello estremamente affascinante dell’educazione. Genitori o insegnanti, non fa differenza.

Conosco personalmente alcuni dei bambini che hanno ispirato questi racconti, li ho visti orgogliosi di poter partecipare a qualcosa più grande di loro, «finire» in un libro, potersi ripetere in cuore che la loro storia serve anche ad altri. […] Ma c’è stata ancora una sorpresa, bella e inaspettata. Accorgermi di come queste storie mi abbiano portato a riconoscere, anche tra i banchi del liceo, qualche tratto di disagio, di grido soffocato in intemperanze irritate e irritanti. Allora, il tratto più caratteristico della scrittura di Monica, uno sguardo pieno di attenzione e di simpatia, di partecipazione sincera al dramma che si scatena nel segreto dei cuori, permette il salto che supera l’estraneità, la solitudine, e consegna un rapporto pieno di promessa. Uno sguardo di affetto e di bene può curare una ferita, anzi, è forse la prima cura. C’è un altro dono di cui sono cariche queste storie. Il saper attendere insieme. […] Le storie ricompongono il tempo e danno respiro al destino, cioè alla direzione e al senso delle cose e della vita. Dare senso a un disturbo, come la dislessia, corrisponde a un bisogno profondo, libera dalla paura e apre uno spiraglio. Basta un pertugio per far sorgere nell’anima la speranza di poter intravedere la piena luce. Queste storie non sono una risposta confezionata. Sono una proposta. Un esempio di come assumersi un compito. Quello estremamente affascinante dell’educazione. Genitori o insegnanti, non fa differenza.

(Dalla presentazione della Prof.ssa E. Pagetti)

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LE RECENSIONI
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  1. (1)

    Carmen Vollaro

    Penna leggera ma profonda, capace di toccare argomenti “complicati” con la serenità che spesso manca. Lo sguardo della maestra sempre presente, attento e dolce ci ricorda di come dovrebbe essere il nostro, vigile ma mai invadente. Una lettura interessante, gradevole ed educativa, a tratti commovente. L’ho letto a mia figlia di 7 anni per poi commentarlo insieme, come solitamente facciamo ad ogni nuova lettura, ho scoperto, grazie a questi racconti, una consapevolezza in mia figlia che non sapevo possedesse. Una lettura solo apparentemente leggera, capace di far emergere parole e pensieri che spesso navigano nelle profondità dei bambini e sconosciute ai genitori. Questo libro mi ha dato la possibilità di accedere a quelle profondità. Grazie.