LE RECENSIONI
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Parole e immagini dal gironzolare tra arte e cura
C’è un brano «assurdo» di Eduardo Galeano che giustifica questo libro.
«Arthur. Un nero, povero, marinaio, pugile, artista, visse nel manicomio di Rio de Janeiro. […] Tra le sue infinite carte si trovò l’ inventario del mondo incompiuto. Era fatto di rottami: vetri rotti, scope calve, ciabattine camminate, bottiglie bevute, lenzuola dormite, ruote viaggiate, vele navigate, bandiere vinte, lettere lette, parole dimenticate e acque piovute. Arthur aveva preso
come denominatore comune la spazzatura. Perché la vita vissuta era tutta spazzatura, e dalla spazzatura veniva tutto quel che nel mondo c’era o c’era stato. La ricchezza di oggi è carta straccia.»
Credevo che di Arthur ne fosse nato uno solo e che giustamente fosse finito al manicomio e «così sia»! Invece in questo manuale c’è qualche altro che non è pugile, nemmeno matto (anzi…) però, senza andare al manicomio e tanto meno senza avere incontrato inviati speciali, c’è arrivato vicino. Vicino a cosa? All’INVENTARIO!
Dallo scritto introduttivo di don Antonio Mazzi
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